giovedì 7 maggio 2015
Posted by Unknown on 13:24 with No comments
L’alimentazione
costituisce uno dei temi di attualità più importanti e sicuramente dibattuti.
Prima di
trattarne le caratteristiche contemporanee, vediamo insieme alcune delle tappe
fondamentali che ne hanno caratterizzato l’evoluzione storica.
Fin dal mondo antico la priorità di alimentarsi ha dato spinta
ai popoli per organizzarsi alla trasformazione della risorse naturali in
risorse alimentari. Durante l’era barbaro-romana il grano, i grappoli d’uva, le
olive, grazie ad una semplice lavorazione, costituivano cibo vitale per la
sopravvivenza. La distinzione tra ceti sociali comportava una classificazione degli
alimenti all'interno di una scala simbolica: la carne cacciata era simbolo di
potere, mentre l’acqua e il pane rappresentavano il nutrimento per i poveri.
L’evoluzione dei popoli portò a grandi disboscamenti e ad una notevole
espansione agricola; con il progressivo arricchimento delle città, l’attenzione
si focalizzò sempre più sulla raffinatura del cibo, fino all'utilizzo delle
spezie in cucina.
Agli inizi del XIII° Secolo, la figura del professionista di
gastronomia riusciva a dare nuova entità alle pietanze e al piacere di
alimentarsi. La differenza sociale tra ricchi e poveri continuava a riflettersi
in ambito alimentare: le rape e i fagioli tenevano in vita il ceto povero
durante le carestie, mentre i ricchi allestivano, frequentemente, curati banchetti con cibo a
volontà. In seguito al colonialismo da parte dei paesi europei, prodotti come lo zucchero, il cacao, il riso,
il caffè, i distillati dell’alcool, le nuove spezie e il "thè" rappresentarono
una vera e propria svolta in ambito alimentare. Nel frattempo le osterie
cominciavano a prendere campo e la figura del cuoco diventava sempre più
prestigiosa. La pasta, con il capitalismo del grano, fu una vera e propria
innovazione, mentre la carne cominciava ad assumere un connotato negativo: basti
pensare, ad esempio, che alcuni esponenti dell’illuminismo francese erano vegetariani.
In seguito, durante le grandi guerre, le patate e la polenta riuscirono a
sfamare la parte più povera della popolazione, dal momento che la maggior parte
dei prodotti alimentari scarseggiava. Nel dopoguerra
si assistette ad una crescita demografica esponenziale, ad una produzione di
cibo eccessiva rispetto all'ammontare della popolazione, e alla reintroduzione
della carne nell'alimentazione.
Arriviamo ai giorni nostri!
Grazie al
perfezionamento su scala planetaria della rete di distribuzione e grazie ai
progressi tecnologici che hanno permesso nuovi metodi di conservazione, oggi
abbiamo la possibilità di avere sulla nostra tavola prodotti alimentari provenienti
da tutto il mondo; tutto ciò è stato possibile mettendo in secondo piano
l’importanza della stagionalità dei prodotti e sicuramente la produzione su
scala industriale ha impattato sulla qualità e sulla genuinità dei prodotti.
Inoltre, il cambiamento delle abitudini, soprattutto nelle
città, verso ritmi sempre più frenetici di vita, ha creato una nuova esigenza
alimentare: un pasto “bello e buono”, ma anche, e soprattutto, razionale e
veloce. Per rispondere a questa necessità è nato il cosiddetto “fast food”,
ossia una tipologia di ristorazione rapida, veloce sia da preparare che da consumare,
e che abbia un prezzo contenuto. Alcune delle principali critiche mosse a
quello che è stato definito “junk food”, ossia “cibo spazzatura”, sono non solo
lo standard medio-basso di qualità delle materie prime, ma anche il totale
disequilibrio calorico di queste tipologie di pasti spesso ad alto contenuto di
grassi e contenenti sostanze che permettano la conservazione per un periodo molto
più lungo rispetto ad un prodotto fresco. Una corretta alimentazione prevede un
consumo di prodotti il più eterogeneo possibile, che consenta un’equilibrata
ripartizione tra proteine, grassi e zuccheri. Inoltre, parallelamente alla
diffusione di cattive abitudini alimentari, le persone hanno cominciato
mediamente a condurre stili di vita piuttosto sedentari, e la combinazione di
questi due fattori ha portato alla diffusione di problemi di obesità, ossia un
eccessivo accumulo di grasso corporeo; si tratta di una malattia piuttosto
seria, dal momento che comporta gravi problemi
fisici, principalmente al cuore e all'intero sistema
circolatorio del sangue, ma non solo.
Dopo che
per molto tempo la produzione alimentare ha puntato principalmente alla
quantità, negli ultimi anni si è assistito ad un’inversione di tendenza: la
qualità è tornata a costituire la priorità!
Si punta alla ricerca di prodotti naturali, tipici,
genuini; molte legislazioni nazionali e mondiali hanno previsto l’istituzione
di appositi enti di controllo, incaricati di monitorare in maniera costante i
prodotti, utilizzando standard medio-alti, in modo da garantire la massima
tutela possibile per i consumatori.
L’alimentazione
costituisce il tema scelto per l’Expo 2015, ospitata nella città di Milano dal
1° Maggio al 31 Ottobre; si tratta di un’esposizione di natura non commerciale
con portata pressoché mondiale.
Come
evidenziato dallo stesso sito dell’evento www.expo2015.org, partecipano in maniera
ufficiale all'evento ben 145 paesi, costituenti il 94% della popolazione, e 3
organizzazioni internazionali. Il titolo dell’evento è “Nutrire il pianeta, energia per la vita” e tratterà non solo di
un’alimentazione sana e di qualità, ma anche di un’alimentazione disponibile
per tutti gli esseri viventi: infatti nonostante l’eccessiva produzione alimentare
mondiale, vi sono ancora varie parti del mondo che non dispongono di risorse
sufficienti; inoltre la qualità della produzione alimentare deve puntare
all’eco-sostenibilità, ossia avere un impatto minimo sull'ambiente.
Ciascun paese partecipante disporrà di un padiglione, all'interno del quale avrà la possibilità di mettere in mostra e, soprattutto, esaltare
le proprie tradizioni e usanze tipiche, sia alimentari che gastronomiche, e che
ovviamente i visitatori avranno l’opportunità di provare. Non solo, ogni paese
cercherà di offrire il proprio punto di vista in tema di uso responsabile delle
risorse in linea con un futuro più sostenibile.
Insomma: un occhio al passato
per uno sguardo più consapevole al futuro!
Matteo Domenichini
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
0 commenti:
Posta un commento