Alimentazione tra tappe fondamentali e attuali caratteristiche!

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L’alimentazione costituisce uno dei temi di attualità più importanti e sicuramente dibattuti.
Prima di trattarne le caratteristiche contemporanee, vediamo insieme alcune delle tappe fondamentali che ne hanno caratterizzato l’evoluzione storica.

Fin dal mondo antico la priorità di alimentarsi ha dato spinta ai popoli per organizzarsi alla trasformazione della risorse naturali in risorse alimentari. Durante l’era barbaro-romana il grano, i grappoli d’uva, le olive, grazie ad una semplice lavorazione, costituivano cibo vitale per la sopravvivenza. La distinzione tra ceti sociali comportava una classificazione degli alimenti all'interno di una scala simbolica: la carne cacciata era simbolo di potere, mentre l’acqua e il pane rappresentavano il nutrimento per i poveri. L’evoluzione dei popoli portò a grandi disboscamenti e ad una notevole espansione agricola; con il progressivo arricchimento delle città, l’attenzione si focalizzò sempre più sulla raffinatura del cibo, fino all'utilizzo delle spezie in cucina.

Agli inizi del XIII° Secolo, la figura del professionista di gastronomia riusciva a dare nuova entità alle pietanze e al piacere di alimentarsi. La differenza sociale tra ricchi e poveri continuava a riflettersi in ambito alimentare: le rape e i fagioli tenevano in vita il ceto povero durante le carestie, mentre i ricchi allestivano, frequentemente, curati banchetti con cibo a volontà. In seguito al colonialismo da parte dei paesi europei,  prodotti come lo zucchero, il cacao, il riso, il caffè, i distillati dell’alcool, le nuove spezie e il "thè" rappresentarono una vera e propria svolta in ambito alimentare. Nel frattempo le osterie cominciavano a prendere campo e la figura del cuoco diventava sempre più prestigiosa. La pasta, con il capitalismo del grano, fu una vera e propria innovazione, mentre la carne cominciava ad assumere un connotato negativo: basti pensare, ad esempio, che alcuni esponenti dell’illuminismo francese erano vegetariani. 
In seguito, durante le grandi guerre, le patate e la polenta riuscirono a sfamare la parte più povera della popolazione, dal momento che la maggior parte dei prodotti alimentari scarseggiava. Nel dopoguerra si assistette ad una crescita demografica esponenziale, ad una produzione di cibo eccessiva rispetto all'ammontare della popolazione, e alla reintroduzione della carne nell'alimentazione.

Arriviamo ai giorni nostri!
Grazie al perfezionamento su scala planetaria della rete di distribuzione e grazie ai progressi tecnologici che hanno permesso nuovi metodi di conservazione, oggi abbiamo la possibilità di avere sulla nostra tavola prodotti alimentari provenienti da tutto il mondo; tutto ciò è stato possibile mettendo in secondo piano l’importanza della stagionalità dei prodotti e sicuramente la produzione su scala industriale ha impattato sulla qualità e sulla genuinità dei prodotti.
Inoltre, il cambiamento delle abitudini, soprattutto nelle città, verso ritmi sempre più frenetici di vita, ha creato una nuova esigenza alimentare: un pasto “bello e buono”, ma anche, e soprattutto, razionale e veloce. Per rispondere a questa necessità è nato il cosiddetto “fast food”, ossia una tipologia di ristorazione rapida, veloce sia da preparare che da consumare, e che abbia un prezzo contenuto. Alcune delle principali critiche mosse a quello che è stato definito “junk food”, ossia “cibo spazzatura”, sono non solo lo standard medio-basso di qualità delle materie prime, ma anche il totale disequilibrio calorico di queste tipologie di pasti spesso ad alto contenuto di grassi e contenenti sostanze che permettano la conservazione per un periodo molto più lungo rispetto ad un prodotto fresco. Una corretta alimentazione prevede un consumo di prodotti il più eterogeneo possibile, che consenta un’equilibrata ripartizione tra proteine, grassi e zuccheri. Inoltre, parallelamente alla diffusione di cattive abitudini alimentari, le persone hanno cominciato mediamente a condurre stili di vita piuttosto sedentari, e la combinazione di questi due fattori ha portato alla diffusione di problemi di obesità, ossia un eccessivo accumulo di grasso corporeo; si tratta di una malattia piuttosto seria, dal momento che comporta gravi problemi fisici, principalmente al cuore e all'intero sistema circolatorio del sangue, ma non solo.
Dopo che per molto tempo la produzione alimentare ha puntato principalmente alla quantità, negli ultimi anni si è assistito ad un’inversione di tendenza: la qualità è tornata a costituire la priorità!
 Si punta alla ricerca di prodotti naturali, tipici, genuini; molte legislazioni nazionali e mondiali hanno previsto l’istituzione di appositi enti di controllo, incaricati di monitorare in maniera costante i prodotti, utilizzando standard medio-alti, in modo da garantire la massima tutela possibile per i consumatori.

L’alimentazione costituisce il tema scelto per l’Expo 2015, ospitata nella città di Milano dal 1° Maggio al 31 Ottobre; si tratta di un’esposizione di natura non commerciale con portata pressoché mondiale.
Come evidenziato dallo stesso sito dell’evento www.expo2015.org, partecipano in maniera ufficiale all'evento ben 145 paesi, costituenti il 94% della popolazione, e 3 organizzazioni internazionali. Il titolo dell’evento è “Nutrire il pianeta, energia per la vita” e tratterà non solo di un’alimentazione sana e di qualità, ma anche di un’alimentazione disponibile per tutti gli esseri viventi: infatti nonostante l’eccessiva produzione alimentare mondiale, vi sono ancora varie parti del mondo che non dispongono di risorse sufficienti; inoltre la qualità della produzione alimentare deve puntare all’eco-sostenibilità, ossia avere un impatto minimo sull'ambiente.
Ciascun paese partecipante disporrà di un padiglione, all'interno del quale avrà la possibilità di mettere in mostra e, soprattutto, esaltare le proprie tradizioni e usanze tipiche, sia alimentari che gastronomiche, e che ovviamente i visitatori avranno l’opportunità di provare. Non solo, ogni paese cercherà di offrire il proprio punto di vista in tema di uso responsabile delle risorse in linea con un futuro più sostenibile.
Insomma: un occhio al passato per uno sguardo più consapevole al futuro!

Matteo Domenichini