venerdì 22 maggio 2015
UnknownECO-SOSTENIBILITA', HOME, IL TREPPIEDE, MODA
Prima di tutto, una lista
di brand che basano la loro etica su politiche ambientali e morali.
Nel 2006 Blake Mycoskie, dopo un viaggio in
Argentina, decide
di creare TOMS shoes e l’innovativa
campagna “one to one”: per ogni paio
di scarpe comprate ne verrà regalato un altro ad un bambino bisognoso in tutto
il mondo. Far sentire le persone parte di una comunità è il loro primo
obiettivo. “We don’t do it alone” è
il messaggio che trasmettono tramite community, campus, blog, eventi speciali e
campagne eco-solidali.
Movimento, passione e cambiamento, sono tre parole
chiave su cui si basa il progetto Threads
4 thought. Le bottiglie di plastica vengono utilizzate per produrre poliestere
e il cotone è unicamente di derivazione organica.
Trasparenza
e credibilità! Maggie’s Organics
collabora con all'incirca 2000 cooperative in Nicaragua dalla quale acquista
cotone organico.
Trasparenza: ogni fornitore ed intermediario con cui lavorano
è certificato.
Credibilità: sul sito puoi
ritrovare tutte le informazioni sui tuoi abiti.
”Fast fashion is Fast food. Empty calories
that make us fell full”. (Il Fast fashion è come i fast food: calorie vuote
che ci fanno sentire pieni). Questo è il messaggio che i fondatori di Zady, Maxine Bédat e Soraya Darabi,
vogliono trasmettere!
Un’alternativa a questi
brand sono le community dove gli iscritti vendono e comprano abiti. Due esempi
sono Depop (Chiara Ferragni, la
famosa fashion blogger, fa parte di questa community) e Vestiaire collective.
Se invece avete bisogno
di un abito per un occasione speciale (che probabilmente non utilizzereste mai
più) perché non prenderlo in prestito? Potete trovare soluzioni come queste in
siti come Rent the runway o Rentez-vous.
.
HAVE A NICE DAY!
lunedì 18 maggio 2015
UnknownECO-SOSTENIBILITA', HOME, TURISMO
Eco-sostenibilità, Turismo e…COMPETITIVITA’!
Turismo sostenibile: caratteristiche
Definito così, nel 1988, dall’Organizzazione Mondiale del
Turismo (OMT): “Le attività turistiche sono sostenibili quando si sviluppano in
modo tale da mantenersi vitali in un’area turistica per un tempo illimitato,
non alterano l’ambiente (naturale, sociale ed artistico) e non ostacolano o
inibiscono lo sviluppo di altre attività sociali ed economiche”. Il concetto si
rifà alla definizione più generale di sviluppo sostenibile inteso come “sviluppo
che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle
future generazioni di soddisfare i propri”.
Principali caratteristiche di questo tipo di turismo:
- DUREVOLE
- DIMENSIONATO E RISPETTOSO DELL’AMBIENTE
- INTEGRATO E DIVERSIFICATO
- ECONOMICAMENTE VITALE
- PARTECIPATO.
Turismo, sostenibilità e competitività
Per far sì che il turismo si sviluppi lasciando la giusta
centralità al territorio è necessario che vi sia un rapporto equilibrato tra i
visitatori e il patrimonio di risorse ambientali, artistiche e culturali della
destinazione. Nel lungo termine, questo sviluppo, è derivabile solo da una
visione orientata alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio, sia da
parte degli amministratori che degli operatori. Oltre alle più importanti
caratteristiche necessarie per rendere un territorio attrattivo turisticamente
(riconoscibilità come risorsa; fruibilità e accessibilità; comunicazione e
immissione nel mercato); va sottolineato quanto l’orientamento alla
sostenibilità possa contribuire alla trasformazione di una risorsa ambientale,
artistica o culturale in prodotto turistico.
L'Europa è la destinazione turistica più attraente del mondo
ed il turismo contribuisce in modo sostanziale alla crescita e alla creazione
di posti di lavoro. La competitività del settore è strettamente legata alla sua
sostenibilità poiché la qualità delle destinazioni turistiche dipende
fondamentalmente dal loro ambiente naturale e dalla loro comunità locale. Per
questo è necessario adottare un approccio globale che riguarda allo stesso
tempo la prosperità economica del settore, ma anche la coesione sociale, la
tutela dell'ambiente e la promozione della cultura delle destinazioni
turistiche europee.
In Italia, il settore turistico da solo contribuisce per il
10% alla determinazione del Pil. I principali fattori, caratterizzanti
l’offerta turistica, sono ovviamente risorse paesaggistiche e monumentali delle
quali non è possibile trascurare il problema della limitatezza ma soprattutto del rapido
esaurirsi a causa di una crescita non sostenibile dei flussi turistici. E’
chiaro quanto sia importante (e urgente) mixare il paradigma sostenibilità con
la pianificazione turistica, sia per motivi di etica (spesso passata in secondo
piano), sia per ottenere, nel lungo periodo, un vantaggio competitivo derivante
da una più efficace ed efficiente gestione delle risorse del territorio.
Grazie
all’analisi di molteplici casi di studio, riguardanti le stesse realtà italiane
e non solo, si è arrivati a capire che il miglior modello per rendere possibile
questo progetto è un modello decisionale multistakeholder
cioè una governance partecipata delle
risorse ambientali, sociali, economiche e imprenditoriali, tutte volte a
preservare l’integrità della risorsa “territorio”.
In periodi quali stiamo vivendo adesso, sono in molti a
pensare al territorio e alle generazioni future come ultimo interesse…ma non è
la mossa migliore!
Analizzando il rapporto “Travael&Tourism
Competitiveness” del 2013, risulta che Svizzera, Germania e Austria sono i paesi
più competitivi e, in maniera sostanziale ha contribuito a ciò l’adozione di
politiche nazionali adottate in materia di sviluppo sostenibile e tutela delle
risorse ambientali. In questa classifica, l’Italia risulta 26°; ad incidere
negativamente sono fattori come la frammentazione dell’offerta; le infrastrutture
e la politica ambientale; il livello dei prezzi elevato rispetto ad altri
competitors e la policy governativa poco incisiva.
Sempre nel 2014, l’organizzazione non governativa “Ethical Travel” ha stilato il consueto
rapporto sulle destinazioni più responsabili del mondo, dove dell’Italia non
c’è traccia se non nel comunicato di presentazione come una delle destinazioni
di massa. Le variabili su cui si basa il lavoro di “Ethical Travel “ sono la
tutela ambientale, il coinvolgimento delle comunità locali, il valore culturale
dell’offerta turistica; ovvero valori che vanno a creare vantaggio competitivo
per il turismo del futuro…perché la sostenibilità va vista come elemento di
lungimiranza commerciale!
Think is better!
Valentina Trabacchi
giovedì 14 maggio 2015
UnknownDESIGN, ECO-SOSTENIBILITA', HOME
Il design in veste di eco-sostenibilità
Da
molti anni oramai, anche per quanto riguarda il design, si è iniziato a pensare
ad un modo di progettare
gli oggetti nel rispetto dell’ambiente. Quindi cercare di ridurre
gli effetti negativi che ha la produzione industriale, non solo realizzando
prodotti che richiedono un dispendio energetico minore, ma attuando processi produttivi che
utilizzano energie alternative.
Molto
importante è anche l’utilizzo di materiali di
origine naturale, quindi non tossici, non chimici o
plastici con la possibilità che essi siano riciclabili. Prodotti a basso
impatto ambientale perché in certi casi progettati per durare a lungo, con la
possibilità di trasformarli in caso di nuove esigenze. Come nel caso del
progetto Lessmore di
Giorgio
Caporaso che,
in uno stand al fuori salone di Milano 2015, ha esposto alcune realizzazioni:
• Il tavolo Clessidra, con basamento in cartone e piano in
vetro sotto il quale sono presenti
dei licheni
scandinavi vivi in
grado di vivere della semplice umidità dell’aria.
•Less
Chair nasce dal mix di cartone (materiale attorno al quale ruota
la gamma dei prodotti realizzati da Lessmore, in quanto è un materiale
riciclato, riciclabile e biodegradabile)
e il legno, materiale naturale. Così come il Tappo con licheni, anch’esso con i licheni scandinavi
al suo interno e con integrata la luce a led o come More-light
(che possiamo vedere parzialmente
nella foto dietro a Less Chair), ovvero versione
semplificata del sistema More (versione precedente). Molto facile da montare e
smontare e cosa ancora più interessante composta
da moduli quadrangolari flessibili ed a incastro. Proprio per questo si ha la
possibilità di realizzare non solo librerie di diversa larghezza, altezza e
profondità, ma piani d’appoggio, sedute, espositori, pareti divisorie e
quant’altro insomma da
libero spazio alla fantasia sull’utilizzo: sia per quanto riguarda il
montaggio stesso, sia per quanto riguarda le
rifiniture e le textures e
di conseguenza i luoghi
che posso essere non solo ambienti domestici ma anche locali pubblici, negozi
vetrine ecc.
Questi sono solo alcuni dei progetti realizzati da Giorgio Caporaso con Lessmore, ma il marchio vanta già una vasta
gamma e fortunatamente sempre
più in crescendo sono i numeri registrati dai prodotti realizzati con i
principi di eco-sostenibilità che
fino a qualche anno fa non erano «ben visti» nel mondo del design.
lunedì 11 maggio 2015
UnknownECO-SOSTENIBILITA', HOME, MODA
Eco-sostenibilità, perché adesso?
Tra organic
e vegan food, supermercati Bio, ecoturismo e locali arredati utilizzando
elementi riciclati, sembrerebbe che l’attenzione del consumatore all’argomento
“ambiente” e quindi, sostenibilità, stia crescendo. Ma è davvero una
sensibilizzazione al consumo o è solo una moda?
La tendenza a dare attenzione all’ambiente nasce
da una necessità evidente: nel 2014, per esempio, sono stati prodotti 65
milioni di tonnellate di cotone e poliestere, si è ipotizzato che nel 2020 la
produzione possa raggiungere picchi di circa 90 milioni.
Ridurre l’impatto ambientale
della produzione, distribuzione e consumo di capi d’abbigliamento è la nuova
scommessa dei grandi nomi della moda. Essere sostenibili significa abbracciare
una causa importante, aderire con costanza ad una corrente di pensiero e
rispettarla; è per questo motivo che le imprese dovrebbero mettere alla base dei propri valori aziendali l’etica
ambientale e non utilizzarla solamente al fine di salvaguardare la propria
immagine di fronte all’opinione pubblica. Nonostante ciò c’è chi sta facendo
passi in avanti, ecco quindi alcuni punti che potrebbero essere d’ispirazione
per un consumo più sostenibile:
Come possono questi due argomenti, che sono sempre
andati in direzioni opposte, combaciare?
Un esempio di risposta a questa domanda è H&M,
da circa undici anni impegnato in politiche ambientali.
Le azioni che il brand svedese ha intrapreso a sostegno
dell’ambiente sono principalmente tre. La prima è il lancio del Garment Collecting, ossia la campagna a favore del riciclo delle fibre tessili:
H&M infatti chiede ai propri clienti di
portare abiti che non indossano più in negozio ottenendo uno sconto sui nuovi
acquisti (le fibre come il cotone
possono essere riciclate!).
Le altre due invece sono abbastanza recenti: ad
Aprile 2015 il brand ha lanciato la nuova collezione Conscious exclusive, a cui è seguita
l’apertura di un pop up store (negozio
temporaneo) a New York, e che ha coinvolto Star come Olivia Wilde per la
promozione. Inoltre questo brand ha firmato, insieme al Kering group, un
contratto con la start up inglese Worn again, ideatrice di un
sistema chiamato circular resource model,
che permette il riciclaggio dei materiali dei vecchi vestiti.
Non si può affermare che H&M rappresenti il
brand più “verde” in circolazione, ma le politiche di comunicazione che ha adottato hanno una grande influenza sui consumatori,
e se il messaggio è la salvaguardia dell’ambiente, esso può solo esercitare
un’influenza positiva sull’awareness
delle persone.
Tornare allo slow
fashion:
Il fast
fashion sta diventando sempre più fast: Zara, il brand a cui viene
attribuito il merito di aver creato questo nuovo modello di business, crea
nuove collezioni ogni due settimane e cambia il merchandising nei negozi due
volte a settimana. Anche i grandi nomi del prêt-à-porter ormai creano minimo sette collezioni
all’anno (inizialmente erano solo due: autunno/inverno e primavera/estate).
Come si può rallentare? Come si può creare un
nuovo modello che venga apprezzato nello stesso modo? Nell’era dei fashion blog
e dei selfie, come si può convincere qualcuno a
non indossare una maglietta diversa ad ogni selfie pubblicato?
L’unica strada è educare il consumatore reintroducendo
il concetto d’investimento e di essenzialità.
Davvero hai bisogno della cosa che stai per
comprare? Davvero hai bisogno di indossare ogni giorno una maglietta diversa?
Dal 2011 Greenpeace promuove Toxic-free manufacturing richiamando l’attenzione all’ambiente. I
brand che ad oggi aderiscono all’iniziativa sono: C&A, M&S, United
colors of benetton, Esprit H&M, Mango, Levi’s, Limitedbrands, Uniqlo,
G-start raw, Valentino, Inditex, Puma Primark, Burberry, Adidas. Per maggiori
informazioni e per partecipare alla campagna potete cliccare qui http://www.greenpeace.org/international/en/campaigns/detox/what-you-can-do/
Per produrre fibre e filamenti vengono utilizzati
prodotti chimici. La produzione di cotone, per quanto fibra naturale, è uno dei
processi più inquinanti a causa dell’uso di pesticidi chimici.
Queste sostanze possono
avere gravi conseguenze sulla salute,
quindi il consiglio è quello di lavare almeno due volte l’ultimo acquisto prima
di indossarlo o, ancora meglio, comprare solo cotone organico. Questo tipo di fibra naturale Bio viene prodotta
secondo la regolamentazione internazionale EU 834/2007. Il primo obiettivo è
quello di produrre cotone utilizzando fertilizzanti e pesticidi organici invece
che sintetici. Il cotone biologico è prodotto in base alle condizioni
climatiche, al terreno e alla resistenza
a parassiti e malattie delle piante. Grandi nomi come Zara, H&M, Nike, Muji
utilizzano questo tipo di cotone (come
riconoscerlo è semplice:
dovrebbe essere specificato nell’etichetta).
Peta e la causa contro la
produzione di pelliccia di angora:
A Febbraio 2015 il gruppo Inditex (di cui fanno
parte nomi come Zara, Massimo Duti, Bershka) ha annunciato lo stop alla
produzione di indumenti con lana d’angora (prodotta dal pelo del coniglio
d’angora), dopo i vari richiami e denunce
del Peta (People for the Ethical
Treatment of Animals): questo perché le pratiche adottate sugli animali per
ricavare la lana sono crude e inumane.
Altri brand come Gap, ASOS, Marks & Spencer,
H&M, Next, Forever 21, Calvin Klein, Tommy Hilfinger e COS avevano già
bloccato la produzione tra il 2013 e il 2014.
Infine, informarsi sulle politiche ambientali (ed etiche) dei brand che utilizzate è
semplice, dovrebbero essere specificate nei loro siti internet e richiede solo un po’ di tempo. Ancora più semplice e
veloce è controllare l’etichetta
quando state comprando: dove è stato prodotto e da quali fibre è composto
l’indumento.
giovedì 7 maggio 2015
UnknownALTRO, CUCINANDO, ECO-SOSTENIBILITA', EXPO2015, HOME
Alimentazione tra tappe fondamentali e attuali caratteristiche!
L’alimentazione
costituisce uno dei temi di attualità più importanti e sicuramente dibattuti.
Prima di
trattarne le caratteristiche contemporanee, vediamo insieme alcune delle tappe
fondamentali che ne hanno caratterizzato l’evoluzione storica.
Fin dal mondo antico la priorità di alimentarsi ha dato spinta
ai popoli per organizzarsi alla trasformazione della risorse naturali in
risorse alimentari. Durante l’era barbaro-romana il grano, i grappoli d’uva, le
olive, grazie ad una semplice lavorazione, costituivano cibo vitale per la
sopravvivenza. La distinzione tra ceti sociali comportava una classificazione degli
alimenti all'interno di una scala simbolica: la carne cacciata era simbolo di
potere, mentre l’acqua e il pane rappresentavano il nutrimento per i poveri.
L’evoluzione dei popoli portò a grandi disboscamenti e ad una notevole
espansione agricola; con il progressivo arricchimento delle città, l’attenzione
si focalizzò sempre più sulla raffinatura del cibo, fino all'utilizzo delle
spezie in cucina.
Agli inizi del XIII° Secolo, la figura del professionista di
gastronomia riusciva a dare nuova entità alle pietanze e al piacere di
alimentarsi. La differenza sociale tra ricchi e poveri continuava a riflettersi
in ambito alimentare: le rape e i fagioli tenevano in vita il ceto povero
durante le carestie, mentre i ricchi allestivano, frequentemente, curati banchetti con cibo a
volontà. In seguito al colonialismo da parte dei paesi europei, prodotti come lo zucchero, il cacao, il riso,
il caffè, i distillati dell’alcool, le nuove spezie e il "thè" rappresentarono
una vera e propria svolta in ambito alimentare. Nel frattempo le osterie
cominciavano a prendere campo e la figura del cuoco diventava sempre più
prestigiosa. La pasta, con il capitalismo del grano, fu una vera e propria
innovazione, mentre la carne cominciava ad assumere un connotato negativo: basti
pensare, ad esempio, che alcuni esponenti dell’illuminismo francese erano vegetariani.
In seguito, durante le grandi guerre, le patate e la polenta riuscirono a
sfamare la parte più povera della popolazione, dal momento che la maggior parte
dei prodotti alimentari scarseggiava. Nel dopoguerra
si assistette ad una crescita demografica esponenziale, ad una produzione di
cibo eccessiva rispetto all'ammontare della popolazione, e alla reintroduzione
della carne nell'alimentazione.
Arriviamo ai giorni nostri!
Grazie al
perfezionamento su scala planetaria della rete di distribuzione e grazie ai
progressi tecnologici che hanno permesso nuovi metodi di conservazione, oggi
abbiamo la possibilità di avere sulla nostra tavola prodotti alimentari provenienti
da tutto il mondo; tutto ciò è stato possibile mettendo in secondo piano
l’importanza della stagionalità dei prodotti e sicuramente la produzione su
scala industriale ha impattato sulla qualità e sulla genuinità dei prodotti.
Inoltre, il cambiamento delle abitudini, soprattutto nelle
città, verso ritmi sempre più frenetici di vita, ha creato una nuova esigenza
alimentare: un pasto “bello e buono”, ma anche, e soprattutto, razionale e
veloce. Per rispondere a questa necessità è nato il cosiddetto “fast food”,
ossia una tipologia di ristorazione rapida, veloce sia da preparare che da consumare,
e che abbia un prezzo contenuto. Alcune delle principali critiche mosse a
quello che è stato definito “junk food”, ossia “cibo spazzatura”, sono non solo
lo standard medio-basso di qualità delle materie prime, ma anche il totale
disequilibrio calorico di queste tipologie di pasti spesso ad alto contenuto di
grassi e contenenti sostanze che permettano la conservazione per un periodo molto
più lungo rispetto ad un prodotto fresco. Una corretta alimentazione prevede un
consumo di prodotti il più eterogeneo possibile, che consenta un’equilibrata
ripartizione tra proteine, grassi e zuccheri. Inoltre, parallelamente alla
diffusione di cattive abitudini alimentari, le persone hanno cominciato
mediamente a condurre stili di vita piuttosto sedentari, e la combinazione di
questi due fattori ha portato alla diffusione di problemi di obesità, ossia un
eccessivo accumulo di grasso corporeo; si tratta di una malattia piuttosto
seria, dal momento che comporta gravi problemi
fisici, principalmente al cuore e all'intero sistema
circolatorio del sangue, ma non solo.
Dopo che
per molto tempo la produzione alimentare ha puntato principalmente alla
quantità, negli ultimi anni si è assistito ad un’inversione di tendenza: la
qualità è tornata a costituire la priorità!
Si punta alla ricerca di prodotti naturali, tipici,
genuini; molte legislazioni nazionali e mondiali hanno previsto l’istituzione
di appositi enti di controllo, incaricati di monitorare in maniera costante i
prodotti, utilizzando standard medio-alti, in modo da garantire la massima
tutela possibile per i consumatori.
L’alimentazione
costituisce il tema scelto per l’Expo 2015, ospitata nella città di Milano dal
1° Maggio al 31 Ottobre; si tratta di un’esposizione di natura non commerciale
con portata pressoché mondiale.
Come
evidenziato dallo stesso sito dell’evento www.expo2015.org, partecipano in maniera
ufficiale all'evento ben 145 paesi, costituenti il 94% della popolazione, e 3
organizzazioni internazionali. Il titolo dell’evento è “Nutrire il pianeta, energia per la vita” e tratterà non solo di
un’alimentazione sana e di qualità, ma anche di un’alimentazione disponibile
per tutti gli esseri viventi: infatti nonostante l’eccessiva produzione alimentare
mondiale, vi sono ancora varie parti del mondo che non dispongono di risorse
sufficienti; inoltre la qualità della produzione alimentare deve puntare
all’eco-sostenibilità, ossia avere un impatto minimo sull'ambiente.
Ciascun paese partecipante disporrà di un padiglione, all'interno del quale avrà la possibilità di mettere in mostra e, soprattutto, esaltare
le proprie tradizioni e usanze tipiche, sia alimentari che gastronomiche, e che
ovviamente i visitatori avranno l’opportunità di provare. Non solo, ogni paese
cercherà di offrire il proprio punto di vista in tema di uso responsabile delle
risorse in linea con un futuro più sostenibile.
Insomma: un occhio al passato
per uno sguardo più consapevole al futuro!
Matteo Domenichini
lunedì 4 maggio 2015
UnknownECO-SOSTENIBILITA', HOME, TURISMO
Strumenti di QUALITA’ ambientale
In seguito all'emergere di varie
criticità e allo sviluppo di nuovi pensieri che i consumatori e l’opinione
pubblica hanno posto all'attenzione dei produttori, l’idea di “sviluppo
sostenibile” è diventata il fulcro di decisioni politiche per molte imprese e
non solo!
Troviamo riferimenti riguardanti la sostenibilità dello
sviluppo tra gli obiettivi della Costituzione europea, che nell'ambito di
turismo ha stilato una serie di punti chiavi da seguire; l’UNESCO (Organizzazione
delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura) ha lanciato, nel
2014, la campagna “decennio dell’educazione allo sviluppo sostenibile” per
sensibilizzare giovani e adulti di tutti il mondo verso uno sviluppo di cui
possano beneficiare tutte le popolazioni del pianeta, presenti e future. Ancora
possiamo citare la “Carta Europea per il Turismo Sostenibile nelle Aree
Protette” e tante altre iniziative…!
L’applicazione di Sistemi di Gestione Ambientale al
territorio e di gestione innovativa delle destinazioni è stata notevolmente
stimolata nel corso degli ultimi dieci anni dal programma "Life ambiente",
tramite il quale sono stati strutturati diversi progetti pilota relativi
soprattutto alle aree costiere, ma anche rurali. Particolarmente interessanti
da segnalare sono i vari strumenti di qualità ambientale che possono essere
utilizzati da molteplici operatori turistici; i più diffusi sono:
Agenda 21 Locale: indirizzata
a Comuni, Province, Comunità Montane, Parchi e aree protette, Associazioni di
Comuni, ecc.
Bandiera Blu Europea: per le spiagge e porti turistici.
Sistemi di Gestione
Ambientale (Regol. EU n°761/01 EMAS, Norma ISO 14001/96): per
Amministrazioni Locali di località a valenza turistica, distretti turistici,
parchi naturali e tematici, strutture ricettive, tour operator, stabilimenti
balneari, ecc.
Etichette ecologiche di prodotto/servizio
(Ecolabel, EPD - ISO 14040, altre etichette): per strutture ricettive e altri servizi.
Queste ultime due categorie riguardano meccanismi che fanno
leva sul ritorno d’immagine delle aziende: tale ritorno si esplica
principalmente attraverso il miglioramento dei rapporti con le comunità locali
e con le autorità di controllo ma, anche se in questo senso gli strumenti più
efficaci sono quelli relativi alla certificazione di prodotto, si ripercuote
sull’immagine complessiva dell’azienda e quindi sugli aspetti commerciali.
La certificazione diviene così un vero e proprio programma
di qualità delle destinazioni e, di conseguenza, si assottiglia sempre di più
la relazione tra qualità e sostenibilità.
sabato 2 maggio 2015
UnknownECO-SOSTENIBILITA', HOME
Eco-sostenibilità
Dopo un piccolo periodo di pausa, necessario per una riorganizzazione
interna, we are back!
L’argomento di questo mese è l’eco-sostenibilità: con questo
termine si indica generalmente l’insieme di attività umane che hanno il minimo
impatto possibile sull'ambiente.
Negli ultimi decenni è stato un tema sempre
più diffuso e soprattutto discusso, sicuramente in maniera proporzionale ai
grandi passi in avanti compiuti dall'uomo in ogni ambito: da quello meccanico a
quello tecnologico, per non parlare di quello industriale o bellico.
In un’era moderna in cui l’uomo si sente quasi onnipotente, si
è perso forse di vista la questione principale: disponiamo di una grande e
importante risorsa, la Terra, senza la quale tutto ciò non sarebbe stato
ovviamente possibile. Il problema? Questa risorsa è esauribile! Ed è per questo
motivo che dobbiamo fare tutto ciò che è in nostro potere per preservarla e
salvaguardarla.
E adesso…have a good time!
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